Il 16 febbraio 2018 si è svolto a Palermo nella sede di Banca Nuova (Gruppo Intesa Sanpaolo), il convegno su
“Economia del mare, opportunità di sviluppo per il territorio” promosso da Intesa Sanpaolo in collaborazione con SRM. Dopo i saluti e l’apertura lavori del Sindaco di palermo,
Leoluca Orlando, il Direttore Generale di SRM,
Massimo Deandreis ha parlato degli “S
cenari marittimi nel Mediterraneo ed i fenomeni in atto”, a seguire
Pierluigi Monceri, Direttore Regionale Lazio, Sardegna e Sicilia Intesa Sanpaolo ha parlato de
“Il quadro macroeconomico regionale”. Fabio Mazzola, Prorettore Vicario Università degli Studi Palermo,
Alessandro Bisanti, Grimaldi Group Palermo e
Marcello Di Martino, Direttore Commerciale Imprese Lazio, Sardegna e Sicilia Intesa Sanpaolo hanno poi discusso di
“Banche, imprese e istituzioni a sostegno del territorio".
Pierluigi Monceri, direttore regionale di Intesa Sanpaolo: “L
’analisi di SRM e la conoscenza delle dinamiche economiche della regione danno grande evidenza ed importanza al ruolo strategico dell’economia del mare, intesa in tutte le sue declinazioni. Il sistema portuale di Palermo è strategico per lo sviluppo di diversi settori fondamentali per l’economia dell’isola come ad esempio il turismo, ma più in generale di tutto il settore produttivo. Vi sono poi grandi possibilità di crescita legate allo sviluppo della nautica da diporto e all’istituzione delle ZES che possono fungere da vera forza di sviluppo dell’economia dell’isola anche attraendo investimenti. È uno sviluppo assolutamente necessario per assicurare all’Isola tutte le opportunità di crescita e rafforzare la sinergia con altri comparti, in particolare con quello turistico, e per favorire la spinta all’internazionalizzazione della regione”.
Massimo Deandreis, direttore generale di SRM
: “La Sicilia può svolgere un ruolo strategico per lo sviluppo di tutta l’economia del Mare Italiana anche grazie alla sua posizione geografica al centro del Mediterraneo. I nostri studi mettono in evidenza che la regione scambia via mare oltre l’80% delle sue merci e che ha un importante ruolo nell’ambito del traffico Ro-Ro - un modo di trasporto fortemente votato al rispetto dell’ambiente ed alla sostenibilità – e dove il Porto di Palermo ha una posizione rilevante. La Sicilia, inoltre , è un’importante piattaforma di riferimento per i traffici energetici del Paese, infatti il sistema portuale dell’isola rappresenta il 23% dell’Italia ed il 50% del Mezzogiorno in termini di rinfuse liquide, parametro chiave per individuare le grandi rotte del petrolio e dei prodotti chimici. Occorre puntare di più sugli investimenti in infrastrutture e logistica, e sull’internazionalizzazione del sistema produttivo; le due chiavi che possono consentire ai porti di cogliere a pieno le opportunità di un Mediterraneo che sta diventando sempre più centrale nei traffici marittimi mondiali”.
Scarica qui il comunicato stampa in PDF
Consulta la presentazione di Massimo Deandreis
Il report di SRM - Economia del Mare - Palermo
Crociere e passeggeri
Il porto di Palermo, per numero di
crocieristi, è al 7° posto in
Italia con circa 500mila persone e, pur con andamento altalenante, è sempre stato nei Top 10 dei porti crocieristici italiani. Le crociere a Palermo godono del vantaggio competitivo della maggiore destagionalizzazione rispetto ad altre zone d’Italia e d’Europa in generale (nei mesi estivi sono concentrati soltanto il 40% circa dei turisti contro il 53% della media Italia). Inoltre, le
previsioni per il futuro appaiono positive anche in vista dell’interesse mostrato dagli
investitori internazionali (in particolare il gruppo turco Global Port Holdings che ha recentemente manifestato
interesse per lo sviluppo del terminal crociere di Palermo). L’obiettivo, almeno per quanto riguarda le crociere, è di creare un homeport (porto capolinea) capace di far sostare più a lungo le navi (attualmente siamo sulle 4/6 ore al giorno, che potrebbero salire a 9).
Le crociere peraltro a Palermo hanno un impatto significativo sul territorio;
16,6 milioni di euro è la ricaduta economica sul territorio del business delle crociere a Palermo. Una sosta più lunga sul territorio potrebbe garantire, dunque, maggiori entrate. Nel complesso il porto di Palermo per numero di passeggeri è
l’8° porto italiano con un trend stabile intorno
ai 2 milioni dal 2011.
Trend merci e Ro-Ro
Il traffico merci che nel 2017 ha quasi raggiunto i
7 milioni di tonnellate di merci con un +
3,8% nell’ultimo anno. L’analisi della struttura del traffico merci evidenzia la
vocazione Ro-Ro del porto con
oltre 6 milioni di tonnellate al 2017 (90% del totale). Palermo è, difatti,
l’8° porto Ro-Ro d’
Italia e pesa il
6,2% del
traffico nazionale ed il 12% del traffico Ro-Ro del Mezzogiorno. Per Palermo tale tipologia di traffico è in costante crescita, riportando
un +16% nell’ultimo quinquennio e un +7,4% nell’ultimo anno.
Attraverso le autostrade del Mare, Palermo si collega con i porti di Genova, Civitavecchia, Napoli, Livorno, Salerno, Tunisi, Barcellona e isole minori; occorre notare il potenziamento negli ultimi anni dei servizi verso le isole minori, in particolare Ustica.
Il sistema porti “Palermo - Termini Imerese – Trapani - Porto Empedocle” potrà, dunque, consolidarsi nella sua naturale vocazione di casello delle “Autostrade del Mare” della linea Tirrenica Nord-Sud.
Per la
Sicilia si segnala la forte propensione all’
Energy un settore che di qui a poco potrebbe assistere a nuovi cambiamenti e nuovo impulso anche grazie all’attenzione che il Mondo sta riservando al
GNL. Le proiezioni di crescita della domanda mondiale di “gas” sono buone nel breve termine e ottime a partire dalla fine del decennio, quando un grande numero di nuovi impianti di produzione e ricezione entreranno in funzione. Dunque nuovi spazi possono aprirsi soprattutto per quei siti dove già esiste una struttura produttiva e di trasporto funzionante. La Sicilia in tal senso è pronta ed infatti, oltre l’88% del suo import-export via mare è costituito dall’Energy. Inoltre, la Sicilia è
al 2°posto in Italia con 42,2 milioni di tonnellate (23% dell’Italia) per traffico di rinfuse liquide dopo il Friuli V.G.
Imprese, valore aggiunto, Import ed Export
Palermo ha registrato un
valore aggiunto prodotto dal Mare di
1,2 mld di euro pari al 5,5% dell’economia locale. Con oltre 800 imprese del cluster marittimo, è 5° in Italia (9% del totale nazionale).
La Sicilia, essendo un’isola, ha nel mare la sua ovvia direttrice di traffico; la quota di import-export via mare della regione pertanto è
l’80%, pari a 14 miliardi di euro circa. Attraverso questa via che serve specialmente con il Medio Oriente (40%) e i paesi europei non UE (17%). Collegata alla sua vocazione Energy, il traffico internazionale siciliano vede privilegiare in import-export, i prodotti Carbone, greggio e gas (53%) e Petroliferi e Coke (35%), seguono i prodotti Chimici (6%) e quelli Agroalimentari (3%).
Diporto Nautico
Con circa 15.700
posti barca complessivi ed oltre 200 posti dedicati ai mega yacht la Sicilia è 5° in Italia nel diportismo e questo può essere un segmento da sviluppare considerate le potenzialità economiche di questo settore fortemente connesso al turismo. La spesa di queste unità, nelle acque italiane, è stata stimata in 209 milioni di euro (stima basata su un campione di 1.200 unità in transito, per una permanenza media di 3,8 giorni e con una
spesa media giornaliera di 8.900 euro). La nautica da diporto, ha un ottimo moltiplicatore di occupazione: infatti un occupato nel settore genera altri
6,4 occupati nel sistema economico. Un euro speso, ne attiva
4 nell’economia.
Le ZES: una possibile leva competitiva per la Sicilia
La recente iniziativa normativa volta a istituire le ZES nel Mezzogiorno potrebbe contribuire a dare ulteriore impulso allo sviluppo del porto e all’intera economia. La legge pone in essere una politica di sviluppo istituzionale fondata su aree ben individuate dove strategicamente si pone il “
Porto al centro” dell’economia, vale a dire insediamenti imprenditoriali, incentivi e risorse finanziarie tutte finalizzate a far crescere l’infrastruttura marittima ed il sistema di imprese che ruotano intorno ad essa. Nel Sud sono 8 le Zone che possono fare richiesta.
In Sicilia possono nascerne potenzialmente 2/3. Si segnala che le
risorse pubbliche hanno un effetto
moltiplicativo di 1 a 3: ogni euro pubblico di credito di imposta ne attiva ulteriori 2 privati
. Inoltre, da un analisi svolta su un panel di
free zone risulta
un aumento dell’export del 40% in più rispetto a quello generato sul territorio.
Per informazioni
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