Giunge alla ventesima edizione la rivista semestrale Quaderni di Economia Sociale, realizzata da SRM iniseme a Fondazione CON IL SUD. Anche in questo numero, condividiamo con i lettori, riflessioni ed esperienze interessanti che ci aiutano a comprendere le varie sfaccettature delle trasformazioni che la nostra società sta vivendo, il ruolo degli attori che vi operano e i riflessi sociali ed economici che ne derivano e lo fa grazie agli stimolanti contributi di autori qualificati che vi partecipano scegliendo la nostra rivista come finestra per comunicare idee e pensieri.
Un primo approfondimento riguarda il tema della rivalutazione del Terzo Settore nell’ambito delle attuali trasformazioni che il nostro Paese sta vivendo, in relazione anche a quanto previsto nel PNRR. La pandemia prima, ed a seguire, la crisi energetica, il vertiginoso aumento del costo delle commodities innescato dal conflitto russo-ucraino, il virus inflazionistico in corso da mesi, stanno impattando negativamente sul tessuto socio-economico del Paese: secondo recenti studi, nell’ultimo triennio, un terzo degli indicatori di benessere (BES) si posiziona nel 2022 su un livello peggiore rispetto al 2019 e, tra i domini caratterizzati dall’andamento complessivamente più critico, troviamo il Benessere soggettivo, il Benessere economico, l’Istruzione e formazione.
Al contempo, emerge una sempre più attiva risposta sociale del territorio che parte dal basso. In particolare, negli ultimi anni si è affermato anche in Italia, in risposta a cambiamenti sociali e modifiche radicali della società, il concetto di “Sviluppo di comunità”, che rappresenta l’insieme dei processi che partono su proposta di cittadini e/o organizzazioni di una comunità e autorità pubbliche e vengono condotti in maniera spontanea al fine di costruire azioni, progetti e organizzazioni che promuovano il benessere di una comunità. Il community development è un ambito territoriale identificabile anche all’interno del Terzo Settore italiano.
In questa direzione va l’Ageing in Place, una strategia per affrontare l’aumento della domanda di assistenza agli anziani, sempre più evidente in Italia che si caratterizza tra i paesi europei per la popolazione anziana più numerosa e l’indice di vecchiaia più alto. A fronte di questo scenario, gli attori istituzionali locali (ovvero sindaci, assessori, assistenti sociali, associazioni private e Terzo Settore) hanno plasmato le regole e le pratiche dell’Aging in Place, con l’obiettivo di contenere i costi e migliorare la qualità della vita delle persone anziane, considerando tre specifici ambiti: assistenza sanitaria, spazio urbano e relazioni sociali.
Le difficoltà socio-economiche stanno quindi riportando al centro dell’attenzione degli studiosi e dei policy makers i temi del welfare, della social market economy, della solidarietà. Emergono concrete proposte di politica economica che amalgamano il principio della libertà di mercato con quello della solidarietà conferendo centralità ai “beni relazionali”.
Ciò porta a una maggiore valorizzazione del mondo del Non Profit che si caratterizza per i linkages a monte e a valle che esso è in grado di stabilire con i settori più tradizionali del mondo economico e con lo stesso soggetto pubblico. In Europa già è in corso un ripensamento delle politiche di sviluppo dell’UE secondo una specifica vision sociale, attraverso politiche sociali, industriali ed allocazione di risorse finanziarie.
Anche in Italia si appura, negli ultimi anni, un maggior consolidamento del ruolo e del valore dell’economia sociale, risultato dall’introduzione di alcune novità come l’evoluzione della normativa di riferimento, dal codice del TS ai più recenti decreti attuativi, l’introduzione del conto satellite per l’economia sociale. Le novità più significative in grado di consegnare al «Terzo Settore» un ruolo da protagonista nel ridisegno del sistema socio-economico nazionale, e con esso meridionale, deriveranno però dalla capacità di valorizzare le ingenti risorse rivenienti dal PNRR.
Il Terzo Settore può essere coinvolto potenzialmente in tutte le missioni del PNRR, ma in realtà quelle in cui è previsto in maniera esplicita un suo intervento, anche in termini di co-programmazione e co-progettazione, sono le missioni 5 “Inclusione e Coesione” e 6 “Salute”.
Eppure, attraverso gli investimenti del Terzo Settore si riuscirebbe a sostenere la crescita, contrastare le disuguaglianze, produrre innovazione e insieme inclusione. Ad esempio, le cooperative sono una componente fondamentale dell’economia sociale italiana per il loro valore economico (122 mld di fatturato e 29 mld di valore aggiunto), occupazionale (1,6 mln di posizioni lavorative) e sociale (significativa presenza femminile e giovanile) sia a livello nazionale che nelle sue declinazioni territoriali e settoriali. Ci si domanda quali possano essere le sfide poste dal PNRR alle quali le cooperative potrebbero dare un effettivo contributo, come ad esempio quelle nell’ambito delle Comunità Energetiche Rinnovabili, nell’inclusione di categorie svantaggiate nel mercato del lavoro, nell’ambito della medicina territoriale attraverso un’assistenza socio-sanitaria.
Non mancano quindi elementi che lasciano trasparire un’accezione ancora marginalista del Terzo Settore, evidenziando differenze rispetto a quanto si verifica in altri Paesi europei.
In altri termini, il riconoscimento al Terzo Settore di un ruolo economico e produttivo in Italia ancora non è avvenuto, mentre nel mondo si rafforza l’Economia sociale di mercato. Basti pensare alla Risoluzione sull’Economia sociale pubblicata dall’Oecd, al Social Economy Action Plan lanciato dalla Commissione Europea ed alla Risoluzione «Promoting the Social and Solidarity Economy for Sustainable Development» lanciata dalle Nazioni Unite.
Un secondo approfondimento interessa il tema del lavoro, le sue trasformazioni e la sua valorizzazione, soprattutto in riferimento ai giovani, focalizzandosi su alcuni aspetti specifici come il tema della dispersione scolastica, la rilevanza della collaborazione tra Terzo Settore, Università, Associazioni di imprese.
Questa fase storica è caratterizzata anche da profondi e rapidi cambiamenti economici, sociali, culturali, antropologici dovuti al progresso tecnologico nel segno della intelligenza artificiale che modificano radicalmente e in modo irreversibile i contesti di lavoro e di vita e danno origine a effetti positivi, ma al contempo manifestano anche ricadute negative sui sistemi sociali ed economici. Di fronte a questo scenario c’è l’esigenza primaria di riannodare la triade innovazione/lavoro/persona, in quanto il lavoro non tocca solo la dimensione, per quanto importante, dell’avere, ma anche quella dell’essere del lavoratore.
La costruzione di una Europa più coesa e più giusta passa per la scuola e per la capacità di questa fondamentale Istituzione di essere momento di vera crescita umana e culturale. Proprio per l’essere un fattore insostituibile di costruzione di identità collettive aperte e mature, le notizie sull’abbandono scolastico e la dispersione rappresentano un fallimento della istituzione scolastica. Tematiche, queste, sulle quali si è detto e scritto tanto, ma rispetto alle quali si evidenzia la necessità e l’urgenza di disporre di indicatori più adeguati (e condivisi a livello nazionale) a fotografare bene e tempestivamente una questione così rilevante.
Ricordiamo che la valorizzazione di giovani con competenze di alto livello consentirà di dare impulso alla modernizzazione del sistema impresa e, allo stesso tempo, offrirà sbocchi occupazionali interessanti, contrastando fenomeni come la migrazione intellettuale unidirezionale che ha caratterizzato negativamente gli ultimi decenni nel nostro Paese e, in particolare, nel Mezzogiorno. Per favorire l’incremento del numero di ricercatori, Confindustria, insieme alla Fondazione Mai, ha lavorato attivamente per supportare la realizzazione di una piattaforma dedicata ai dottorati realizzata in collaborazione tra Ministero dell’Università e della Ricerca, Confindustria e Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui). Attraverso la piattaforma digitale è possibile realizzare il matching tra offerta universitaria e domanda di ricerca delle imprese fino al 5 ottobre 2023.
Grande attenzione quindi al tema della messa in rete delle competenze la quale costituisce un’opportunità di innalzamento della qualità generale dei servizi. Un esempio è il Progetto C.R.e.A: Costruire, Rafforzare e Accrescere i Servizi Interculturali in Campania sviluppato dalla collaborazione tra l’Università degli Studi di Napoli Federico II e Cidis Impresa Sociale -ETS.
Concludendo, dall’analisi delle possibili strategie per poter tentare di attenuare le disuguaglianze e di contrastare la disoccupazione tecnologica emerge quanto sia importante il ruolo di diverse Istituzioni (Stato, Autorità indipendenti, Istituzioni educative e formative) a monte e a valle del processo di innovazione tecnologica, affinché si apra un sentiero di miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle persone mediante da un lato l’impiego al meglio delle tecnologie e, dall’altro, un loro controllo sia a livello politico che a livello comunitario.
Soltanto così potremmo incamminarci verso un neoumanesimo digitale e un modello di capitalismo dal volto umano.
Il nuovo numero della rivista, curata da SRM insieme alla Fondazione con il Sud, inquadra gli articoli in due specifici e interessanti macro temi.
Un primo approfondimento riguarda la rivalutazione del Terzo Settore nell’ambito delle attuali trasformazioni che il nostro Paese sta vivendo, in relazione anche a quanto previsto nel PNRR. Un secondo focus interessa il tema del lavoro, le sue trasformazioni e la sua valorizzazione, soprattutto in riferimento ai giovani e ai profondi e rapidi cambiamenti dovuti al progresso tecnologico nel segno della intelligenza artificiale.
Coordinatore editoriale: Salvio Capasso | Autori: Michele Bianchi, Alessandra Caporali, Chiara Carini, Agnese Casolaro, Autilia Cozzolino, Eddi Fontanari, Franca Maino, Giacomo Maino, Cristina Montesi, Marco Musella, Stefania Nardone, Marco Santillo, Vanina Zaccaria.
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