Il valore aggiunto generato dall’economia del mare in Sardegna è pari a 1,5 miliardi di euro e gli occupati sono 39mila unità. Questo uno dei primi dati presentati da SRM in occasione dell'accordo siglato da Intesa Sanpaolo e ZES Sardegna lo scorso 16 febbraio a Cagliari.
L’import-export dell’Isola, assolutamente dipendente dal mare che ne veicola il 97% del totale, nei primi 9 mesi del 2022 è stato pari a 14,6 miliardi di euro (+78% rispetto al 2021). Il traffico energetico, in particolare il petrolio (greggio/raffinato) è la principale categoria di merce scambiata, con una quota del 90% sul totale (12,7 miliardi di euro); seguono minerali metalliferi con il 3% e i prodotti chimici con il 2%.
Nel 2022 i porti dell’Autorità di Sistema del Mare di Sardegna (Cagliari, Olbia, Porto Torres, Golfo Aranci, Oristano, Portovesme, Santa Teresa, Arbatax) hanno movimentato quasi 44 milioni di tonnellate di merce, in linea con il 2021 (-0,4%), ma ancora non sono stati recuperati i livelli pre-Covid (-5% rispetto al 2019). La principale categoria di merci movimentata sono le “rinfuse liquide”, che con 26 milioni di tonnellate rappresentano il 59% del totale cargo gestito (+1,2% sul 2021).
Altro traffico di eccellenza del porto è il RO-RO (Roll-on, Roll-off), traffico di navi che trasportano automezzi gommati, che nel 2022 è ammontato a circa 12 milioni di tonnellate (-12,3% sul 2021, ma +9% sul 2019).
I numeri più significativi in termini di crescita di traffico passeggeri riguardano i passeggeri di linea, che con un totale di oltre 6,6 milioni registrano un aumento del 21,6% sul 2021 e dell’8% sul 2019. Il comparto delle crociere ha movimentato circa 221 mila passeggeri, facendo registrare un incremento pari al 249% sul 2021. Il confronto con il 2019 esprime invece ancora una variazione negativa del -52%. I porti dell’Isola marciano, comunque, verso la direzione giusta.
Il PNRR ha assegnato alla ZES Sardegna 10 milioni di euro per i collegamenti infrastrutturali. A livello più generale, per le ZES è stata importante la nuova proroga prevista dalla Legge di Bilancio per il 2023, che consentirà di accedere al credito d'imposta per un ulteriore anno (dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2023). La medesima Legge ha inoltre assegnato risorse per 65,2 milioni.
Le ZES rappresentano uno strumento che, secondo le stime, può impattare in modo importante su alcuni indicatori economici: può far crescere l’export fino al 4% del totale annuo; può far crescere il traffico portuale fino all’8-9% annuo; può moltiplicare gli investimenti pubblici con un coefficiente di 1 a 2 (ogni euro investito dal pubblico se ne aggiungono ulteriori 2 provenienti da privati).
Per la Sardegna, grazie ai porti, si aprono nuove opportunità di business con un servizio di bunkeraggio che risponda alle nuove esigenze. I porti del Nord Europa si stanno già attrezzando e grandi realtà portuali, come Singapore o Malta nel Mediterraneo, hanno fatto del bunkering un fattore chiave di successo e di attrazione dei traffici navali. L’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna, in accordo con la società Saras, ha avviato il servizio di bunkeraggio navale a settembre 2019.
Il PNRR evidenzia 170 milioni di euro destinati al sistema portuale della Sardegna. Per il progetto Green Port l’ADSP del Mare di Sardegna è assegnataria di 28 milioni di euro. Il progetto ha l’obiettivo di rendere le attività portuali sostenibili e compatibili con i contesti urbani portuali attraverso il finanziamento di interventi volti all’efficientamento e alla riduzione dei consumi energetici delle strutture e delle attività portuali. L’obiettivo principale della misura è ridurre le emissioni di CO2 e migliorare la qualità dell’aria nelle città portuali attraverso interventi finalizzati all’efficienza energetica e alla promozione dell’uso dell’energia rinnovabile nei porti.
L’AdSP è altresì interessata da 7 importanti importanti inerenti il cold ironing (elettrificazione delle banchine) per un totale di oltre 70 milioni di euro, che contribuiranno ulteriormente a disegnare un porto più sostenibile e in linea con i parametri fissati dall’UE.
Scarica gli atti del convegno del 16 febbraio
Il Rapporto, giunto alla sua nona edizione, affronta l’analisi dei fenomeni connessi all’economia marittima, generati dai due eventi disruptive degli ultimi tempi: la pandemia, con le sue varianti virali, e la guerra Russia-Ucraina, che sta portando a significativi cambiamenti in termini di rotte percorse e porti scalati dalle navi.
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