Il 22 settembre 2023 La Stampa ha pubblicato l'analisi di Massimo Deandreis, Direttore generale SRM, sul dopo-globalizzazione, che sta già vedendo le rotte degli scambi e la produzione tornare più regionali.
Di seguito l'articolo:
Il mare è il teatro su cui si sta giocando il ridisegno di alcune dinamiche internazionali, e l’Italia, al centro del Mediterraneo, potrà guadagnare peso economico e politico solo se saprà intercettare questi cambiamenti, comprenderli e volgerli a suo favore. Le tensioni Usa – Cina, il conflitto ucraino, la ristrutturazione delle supply chain stanno avendo un effetto profondo su traffici marittimi, che rappresentano il 90% del commercio mondiale in volume e il 70% in valore.
Il Mediterraneo, mare piccolissimo se confrontato con gli oceani è – oggi più che in passato – centrale e strategico per i traffici globali: di qui passa il 20% del commercio marittimo mondiale, il 27% dei containers e il 30% del commercio energetico. E il Canale di Suez, punto di contatto fra Asia, Africa ed Europa e via privilegiata per i commerci dall’Asia alla costa atlantica americana, con oltre 23.400 navi in transito nell’ultimo anno, continua a rappresentare lo snodo fondamentale di questi traffici.
Lo è anche per l’Italia, dato che oltre 154 miliardi di euro del nostro import-export è diretto verso Paesi raggiungibili solo passando il Canale. Se consideriamo, poi, il peso della Blue economy che ha superato i 52,4 miliardi di valore aggiunto, con 228mila imprese e 914mila addetti, è evidente come il mare sia di fondamentale importanza per l’Italia.
In questo contesto il primo cambiamento da affrontare è quello del rallentamento della globalizzazione, che si sta “regionalizzando” con l’accorciamento delle catene del valore, soprattutto quelle in settori strategici, e l’avvicinamento fra i luoghi di produzione e i mercati di consumo. Questo fenomeno si vede bene osservando l’economia marittima: negli ultimi anni sono infatti calate le rotte globali e cresciute quelle regionali. Parallelamente, nel Mediterraneo è cresciuto il Ro-Ro, (l’imbarco dei Tir direttamente sulla nave) modalità più adatta al corto raggio e funzionale agli obiettivi di sostenibilità, in cui l’Italia è leader nella UE grazie alla presenza di importanti armatori. Anche le rotte delle navi portacontainer (tipica modalità con cui si muove la manifattura) hanno visto la crescita di quelle regionali e un aumento della quota di mercato dei porti del Mediterraneo a scapito di quelli del Nord Europa con i quali si è ridotto il gap di efficienza e connettività.
In questo contesto, e in particolare nel Mediterraneo, diventano quindi sempre più importanti i porti, non solo come punto di partenza e di arrivo delle merci, ma anche hub energetici. I porti italiani sono il punto
di arrivo delle pipeline che arrivano dal Nord Africa e dal Medio Oriente. Vicino ai porti è collocata l’industria petrolchimica che dovrà gradualmente convertirsi ai bio carburanti. I porti dovranno sempre più produrre energia rinnovabile (anche con solare offshore) per sostenere la loro decarbonizzazione e quella dell’industria dello shipping.
In tutto questo l’Italia ha una posizione privilegiata poiché è il naturale ponte logistico ed energetico Euro-Mediterraneo. Ma non si vive solo di vantaggio geografico: occorre investire più e meglio nei porti. Le risorse del PNRR vanno in questa direzione così come ZES e Zone Logistiche Semplificate per attrarre nuovi investimenti manifatturieri. Non sprechiamo questa occasione.
Il Rapporto 2023 di SRM si presenta in un’edizione speciale che racconta gli ultimi dieci anni di fenomeni, trend e dinamiche che hanno caratterizzato il settore dei trasporti marittimi e della logistica.
Abbiamo dunque voluto, con questa chiave di lettura, razionalizzare i principali accadimenti che hanno impattato su un comparto che rappresenta un grande asset per il Paese: da quelli che ne hanno stravolto gli equilibri — crisi energetica, aumento dei prezzi delle materie prime, pandemia, guerra — fino alle evoluzioni delle rotte navali e alle nuove sfide e opportunità a cui rivolgere attenzione come la digitalizzazione, la sostenibilità, gli investimenti del PNRR e lo sviluppo del Canale di Suez.
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