06
Giu
2025
News

I nuovi Quaderni di Economia Sociale | Rigenerare i legami: comunità, equità e impresa per lo sviluppo territoriale

Con questo nuovo numero, i Quaderni di Economia Sociale inaugurano una fase rinnovata della loro esperienza editoriale, animata dalla volontà di offrire uno sguardo più attento e dinamico ai profondi cambiamenti che interessano i territori.

La rivista - realizzata da SRM e Fondazione CON IL SUD in collaborazione con Intesa Sanpaolo - si propone così di approfondire i fenomeni sociali ed economici a livello locale, valorizzando le buone pratiche e i modelli di gestione più efficaci, stimolando un confronto aperto e plurale sui temi di maggiore rilevanza e promuovendo connessioni tra attori diversi, dal mondo profit e non profit fino alle istituzioni pubbliche. Al centro dell’attenzione vi sono inoltre le innovazioni sociali e le nuove forme di imprenditorialità che stanno plasmando il presente e il futuro delle comunità.

Le novità

Questa nuova stagione editoriale si presenta con diverse novità: 

  • Una nuova visione dei Quaderni, con idee, prospettive e proposte capaci di arricchire il dibattito e orientare lo sguardo verso il futuro.
  • Un nuovo Comitato Scientifico e di Redazione formato da esperti e operatori di grande rilievo, tra cui Carlo Borgomeo, Guido Cisternino, Giovanna De Rosa, Franca Maino e Marco Musella, figure che offrono un contributo qualificato nella lettura delle dinamiche socio-economiche attuali.  
  • Una nuova veste grafica.

In questo numero...

In un contesto segnato da transizioni complesse — ambientali, demografiche ed economiche — emerge con sempre maggiore chiarezza che non esistono soluzioni uniche e universali, bensì una pluralità di risposte che nascono dal territorio, dalla società civile e da un’economia che evolve verso forme più responsabili e sostenibili. I 12 contributi raccolti in questo numero delineano un quadro ricco e articolato, in cui il filo conduttore della coesione sociale si intreccia con tre direttrici fondamentali: la costruzione di comunità inclusive, la promozione dell’equità e l’evoluzione dei modelli economici verso obiettivi condivisi e sostenibili.

La dimensione della comunità torna centrale come antidoto alla frammentazione e come piattaforma per sperimentare nuove forme di welfare, rigenerazione e cittadinanza attiva. È in questa chiave che si muovono i contributi dedicati al territorio, allo sport, alla cultura e all’abitare. 

Nel contesto urbano, la pianificazione può farsi strumento di inclusione se capace di raccogliere la voce delle cittadine e dei cittadini. Lo dimostra il caso di Bologna, dove strumenti come l’Atlante e le Mappe di Genere permettono di leggere la città secondo una prospettiva più equa e partecipativa. Anche la cultura, quando vissuta in modo quotidiano e diffuso, diventa infrastruttura democratica: biblioteche e musei, se attraversati da micro-gesti partecipativi, si trasformano in luoghi di legame e apprendimento collettivo. Lo sport, da parte sua, è presentato come dispositivo sociale capace di generare benefici misurabili in termini di salute, coesione e rigenerazione urbana. Infrastrutture sportive accessibili e multifunzionali possono agire come leve di benessere e inclusione, soprattutto nei contesti periferici. Una forma radicale di rigenerazione è quella che punta a riabitare territori marginalizzati, come propone il bando “Riabitare il Sud”, un’azione di contrasto allo spopolamento che mette al centro servizi di prossimità, accoglienza e alleanze tra attori locali.

Il secondo macro-tema riguarda la giustizia sociale: non come principio astratto, ma come capacità delle politiche, delle imprese e delle comunità di riconoscere e agire sulle diseguaglianze, spesso stratificate e intersezionali.

Nel nostro Paese, ancora oggi, il lavoro di cura resta invisibile e squilibrato: i caregiver familiari – in prevalenza donne – affrontano un carico crescente senza riconoscimento né sostegno strutturale. L’esperienza della Fondazione CON IL SUD mette in luce l’urgenza di includere questi soggetti nelle politiche di welfare come risorsa attiva e non residuale. In parallelo, il contributo dedicato all’equità di genere denuncia divari persistenti: il 42% delle donne italiane è inattiva, il part-time è spesso involontario e il gap salariale resta ampio. Eppure, esperienze come quella del Fondo Beneficenza Intesa Sanpaolo dimostrano che è possibile accompagnare le donne in percorsi di autonomia economica, inserimento lavorativo e uscita dalla violenza. La certificazione della parità di genere (UNI/PdR 125:2022) rappresenta un passo concreto verso la misurabilità dell’equità: se accompagnata da cultura organizzativa e accountability, può trasformarsi da adempimento formale a strumento di trasformazione (caso Tarkett). Anche la povertà educativa e alimentare, in particolare tra gli adolescenti, è affrontata in una prospettiva sistemica. Il progetto DisPARI mostra come la deprivazione non sia solo materiale, ma anche relazionale e psicologica, e come le comunità possano rispondere attraverso modelli di intervento integrato e trasformativo.

Il terzo asse “Innovare l’impresa: responsabilità e impatto” attraversa il mondo dell’economia, chiamato a ridefinire sé stesso alla luce delle sfide sociali, ambientali e generazionali. I contributi qui raccolti mostrano come sia possibile (e già in atto) un cambiamento di paradigma.

Le Social Business Hybrids, ad esempio, rappresentano una forma d’impresa che ibrida obiettivi sociali e sostenibilità economica, rispondendo a bisogni complessi nei territori e generando “welfare rigenerativo”. Le Società Benefit, in forte crescita, mostrano performance migliori in termini di fatturato, occupazione, inclusione femminile e giovanile. I dati parlano di un modello d’impresa che riesce a coniugare etica e competitività, e che affonda le sue radici nella capacità di innovare governance, relazioni interne e missione sociale. Infine, il contributo sull’intreccio tra dinamiche demografiche e imprenditorialità mostra come le imprese non siano solo influenzate dal contesto, ma possano a loro volta trasformarlo: attirare capitale umano, trattenere giovani, valorizzare le competenze. La demografia diventa così leva per politiche di sviluppo territoriale se letta in chiave proattiva e sistemica.


Questi dodici contributi, nel loro insieme, non propongono soluzioni precostituite. Offrono piuttosto tracce per un ecosistema integrato, in cui comunità, imprese e istituzioni si riconoscano come co-responsabili del benessere collettivo.

Il numero ci invita a superare logiche settoriali, a lavorare tra e con le differenze, e a costruire un nuovo patto territoriale, fondato su cura, inclusione, e innovazione sociale. Solo così sarà possibile rispondere alle sfide del nostro tempo con strumenti all’altezza della complessità.

 

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Quaderni di Economia Sociale 1|2025

La rivista - realizzata da SRM e Fondazione CON IL SUD in collaborazione con Intesa Sanpaolo - inaugura con questo numero una nuova stagione editoriale: un nuovo Comitato Scientifico e di Redazione, una nuova veste grafica, ma soprattutto una nuova visione dei Quaderni, con idee, prospettive e proposte capaci di arricchire il dibattito e orientare lo sguardo verso il futuro.  

Sono dodici i contributi presenti in questo primo numero del 2025 che, nel loro insieme, tracciano la strada per un ecosistema integrato, in cui comunità, imprese e istituzioni si riconoscano come co-responsabili del benessere collettivo. Il numero ci invita a superare logiche settoriali, a lavorare tra e con le differenze, e a costruire un nuovo patto territoriale, fondato su cura, inclusione, e innovazione sociale per rispondere alle sfide del nostro tempo con strumenti all’altezza della complessità.

 

Coordinatore editoriale: Salvio Capasso | Autori: Alfonso Balsamo, Francesco Bifulco, Ilaria Caracozza, Marina Cassola, Manuel Ciocci, Autilia Cozzolino, Giovanni Foresti, Sara Giusti, Gesualda Iodice, Graziano Maino, Cristina Montesi, Saverio Oraldo, Giovanna Paladino, Beniamino Quintieri, Ezio Sorti, Laura Torchio, Sarah Urbano

 

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