05
Apr
2025
Comunicati Stampa

Il Manifatturiero del Mezzogiorno è “in movimento” nella frag-globalizzazione

Il Sud ha un migliore rapporto export/import, una redditività delle imprese medio-grandi più elevata e tassi di crescita degli investimenti (nelle 4A +Pharma) migliori della media nazionale

Il Mezzogiorno ha una bilancia commerciale manifatturiera positiva, cioè l’export supera l’import, e il rapporto export/import è superiore alla media nazionale. La base produttiva del Sud, inoltre, si consolida perché di ogni 100 euro di Valore aggiunto generato, 54 rimangono nel Mezzogiorno e 46 vanno nel Centro-Nord, mentre dieci anni fa oltre la metà del VA andava nel Nord Italia. È quanto emerge dalla ricerca “Il Manifatturiero del Mezzogiorno nell’attuale contesto geoeconomico. Interdipendenze e competitività” che SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) presenta a Napoli durante il convegno “Agenda Sud 2030”.  Gli investimenti delle imprese del Mezzogiorno (settori agroalimentare, aerospazio, automotive, abbigliamento-moda e farmaceutica) sono inoltre cresciuti di circa il 40% negli ultimi cinque anni, mentre il dato nazionale è pari al 30%. Le imprese del Sud, con fatturato oltre i 10 milioni, hanno avuto una migliore redditività rispetto alle stesse aziende su base nazionale (Roe Sud 13,1%, Roe Italia 10,1%).

 

PRINCIPALI NUMERI DELLO STUDIO

Rivoluzione tecnologica, sostenibilità, climate change, fratture geopolitiche sono fattori che stanno ridefinendo l’arena competitiva tracciando una geografia produttiva “diversamente globalizzata”. Ecco che regionalizzazione, accorciamenti, digitalizzazione, multilocalità diventano le nuove parole chiave per una mutevole e più frammentata globalizzazione: una Frag-Globalizzazione (una globalizzazione frammentata e fragile).

1. Un Mezzogiorno più coerente con la struttura produttiva nazionale

L’Italia è la seconda manifattura d’Europa per valore della produzione (1.226 mld €) e per valore aggiunto (289,4 mld€) e rappresenta rispettivamente il 2,3% ed il 2,7% del valore mondiale. Il nostro Paese si caratterizza per una produzione manifatturiera rilevante, equilibrata tra quota prodotta e quantità importata, ma la capacità di produrre valore aggiunto è inferiore perché usa molto di ciò che importa per attività intermedie. Il Mezzogiorno in termini strutturali è in linea con le caratteristiche medie nazionali.

2. Un Mezzogiorno sempre più solido

L’area presenta una buona dimensione socio-economica: circa 92.357 imprese, un quarto del dato nazionale che, con 662 mila occupati genera un VA di 39,4mld €, 10% totale economia. Il Mezzogiorno si fregia, inoltre, della presenza di realtà imprenditoriali più strutturate (con fatturato >10 mln €) che sanno competere, presentando buone performance, maggiori dei risultati medi nazionali: Roi 7,8% (Ita 5,4%), Roe 13,1% (Ita 10,1%).

Dalla Survey SRM dedicata alle imprese manifatturiere si evince, inoltre, una sempre maggiore vivacità del tessuto imprenditoriale sulle scelte relative ad alcuni fattori di competitività. Il 70% delle imprese ha realizzato investimenti nel corso dell’ultimo triennio (72% in Italia). Per il 34% del totale si tratta di investimenti “innovativi” con una particolare attenzione alla sostenibilità. Dalla Survey si evince anche che il 43% delle imprese ha fornitori esteri (+10% dal 2021).

3. Un Mezzogiorno più integrato

L’analisi dei flussi in entrata e in uscita del commercio manifatturiero interregionale evidenzia un Mezzogiorno fortemente integrato nelle filiere lunghe nazionali. In particolare, le esportazioni interregionali ammontano a 22.500 milioni di euro di cui ben il 77% è diretto verso il Centro-Nord (Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio sono i primi tre mercati di destinazione). Quindi gli scambi interregionali del Mezzogiorno rappresentano un ulteriore fattore che contribuisce alla competitività del Paese dato che ad ogni 1 euro di interscambio internazionale del Mezzogiorno corrisponde 1,09 euro di interscambio interregionale.

4. Un Mezzogiorno sempre più aperto

L’anima industriale del Mezzogiorno sostiene gli scambi commerciali, valorizza l’immagine del Paese quale portatore di eccellenza, qualità e tradizione a livello internazionale.

La bilancia commerciale manifatturiera del Sud è sempre in attivo. In particolare, il rapporto export/import cresce ed è maggiore del dato nazionale (1,31 Mezzogiorno, 1,26 Italia, era rispettivamente di 1,28 e 1,18 nel 2011). Accanto a prodotti tradizionali (prodotti alimentari +145%) crescono le esportazioni a medio-alto contenuto tecnologico (es. articoli farmaceutici +251%, Computer, elettronica +74%). Aumenta il tasso di copertura dei mercati export d’Italia (dal 91% al 93%) e si riduce quello di import (da 80% a 78%). Nell’ultimo decennio si rafforza, inoltre, la presenza di imprenditori stranieri nelle filiere 4A+Pharma +12,6%, (+4,9% dato Italia).

5. Un Mezzogiorno più «rilevante»

Investire al Sud conviene. Per 100 € di spesa finale in una regione meridionale il VA generato nel Paese è di 102,19 €, il 13% in più della media nazionale (90,53€).

Rilevante è l’impatto occupazionale. 1 mln € di spesa finale nel Sud attiva in Italia 16 occupati (di cui 11 nel Sud stesso), un valore maggiore rispetto a quanto avviene nella media nazionale (12,1 occupati). Non meno rilevante è la crescita della dimensione innovativa. Nascono nell’ultimo decennio hub innovativi di rilievo internazionale. Nel periodo 2019-2024, crescono del +22,2% le imprese con digitalizzazione base (Italia +21,4%).  Aumenta l’utilizzo dell’IA dal 4,6% al 6,2% in un anno (Italia 8,2%, Ue 13,5%).

La ZES Unica, la nuova Agenda 2021-2027, il PNRR possono essere, infatti, validi strumenti per attrarre nuove imprese e investimenti produttivi, anche di provenienza estera, e garantire la crescita del potenziale produttivo dell’area.

I segnali di crescita delle imprese del Mezzogiorno ci incoraggiano a proseguire su questa strada, con la consapevolezza che il pieno potenziale di questa area può essere realizzato, creando un futuro di prosperità e sviluppo per l’intera Italia.

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Un Sud che innova e produce | Volume 11 | Il Manifatturiero del Mezzogiorno nell’attuale contesto geoeconomico. Interdipendenze e competitività

L’undicesimo volume della collana 'Un Sud che innova e produce' è dedicato alle nuove configurazioni delle filiere nazionali e meridionali.

La ridefinizione delle traiettorie di globalizzazione e dei nuovi processi produttivi discende dagli eventi geopolitici e geoeconomici degli ultimi anni, come le crisi generate dai recenti conflitti, le problematiche connesse alla reperibilità delle materie prime, ai
processi inflattivi e al rialzo dei tassi. Lo studio si concentra sulle nuove configurazioni della Global Value Chain e sulle strategie rivolte alla diversificazione delle fonti primarie in un’ottica di sicurezza degli approvvigionamenti. Allo stesso tempo, si guarda ai rapporti internazionali e nazionali delle imprese del Mezzogiorno e alle sue principali filiere produttive (4A+Pharma) per cogliere come la nuova geopolitica e le nuove traiettorie di crescita stanno reinterpretando i suoi confini tradizionali e definendo rinnovati fattori di competitività per le nostre realtà produttive.

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