03
Nov
2025
News

Turismo archeologico subacqueo, il mare come laboratorio di sostenibilità e innovazione

Alla XXVII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno Centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo – presenta il nuovo rapporto Turismo Archeologico Subacqueo. Cultura e Archeologia per un turismo sostenibile di qualità, un’indagine che pone il mare al centro di una nuova visione del turismo culturale, capace di unire ricerca, sostenibilità e inclusione.

Il lavoro, sesto volume della serie “SRM per la BMTA”, esplora il potenziale del patrimonio sommerso italiano come risorsa strategica per lo sviluppo territoriale e la valorizzazione delle comunità costiere. Con oltre 1.200 relitti e siti archeologici subacquei, 29 aree marine protette, due parchi sommersi e il Santuario dei Cetacei, l’Italia si conferma leader mediterraneo in un segmento turistico di crescente interesse internazionale.

A livello globale si contano più di 202.000 relitti registrati, 15.641 dei quali nel Mediterraneo: un patrimonio di inestimabile valore storico, naturalistico e identitario. Secondo lo studio di SRM, il turismo archeologico subacqueo non è solo una nicchia, ma un modello di sviluppo sostenibile, digitale e inclusivo.

L’indagine su 34 operatori italiani del settore diving delinea un comparto piccolo ma altamente specializzato, composto perlopiù da imprese con pochi addetti ma competenze multidisciplinari – archeologi, biologi, guide e istruttori – e una crescente attenzione all’innovazione tecnologica: realtà aumentata, realtà virtuale, tour 3D e audioguide subacquee permettono oggi di rendere fruibili i siti sommersi anche ai non subacquei.

Il profilo del visitatore è quello di un viaggiatore colto, curioso e ambientalmente consapevole, disposto a spendere per esperienze autentiche e di qualità: una spesa media per viaggi e immersioni/corsi di oltre 1.000 euro a soggiorno, una permanenza superiore alla media del settore e una marcata propensione verso operatori sostenibili. Il 75% dei subacquei, infatti, si dichiara disposto a pagare di più per esperienze a basso impatto ambientale. Cresce la componente femminile e si consolida la partecipazione inclusiva, grazie a programmi come, ad esempio, PADI Adaptive Support Diver che rendono accessibili le immersioni anche a persone con disabilità.

Nel rapporto di SRM emerge anche il legame tra turismo archeologico subacqueo e silver tourism, un connubio che apre nuove prospettive per l’accessibilità e la destagionalizzazione. Oggi circa il 22% dei subacquei europei ha più di 54 anni, e la quota è destinata a crescere in linea con l’invecchiamento della popolazione. Questi viaggiatori, spesso esperti e appassionati di lungo corso, rappresentano un pubblico con grande disponibilità economica e sensibilità per la qualità, la sicurezza e la sostenibilità delle esperienze.

L’Italia, grazie alle sue caratteristiche naturali e culturali, offre condizioni ideali per questo segmento: molti siti si trovano a profondità ridotte, accessibili anche a chi pratica snorkeling o immersioni ricreative, e le nuove tecnologie immersive – realtà aumentata, ricostruzioni 3D e tour virtuali – consentono di esplorare il patrimonio sommerso anche senza immergersi fisicamente. Il turismo subacqueo, così inteso, diventa un’esperienza intergenerazionale e inclusiva, capace di coinvolgere anche il pubblico senior e di estendere la stagione turistica oltre i mesi estivi.

Il potenziale economico del comparto inoltre è significativo: ogni presenza turistica subacquea genera 145 euro di valore aggiunto, superiore a quello del turismo balneare.

Se un turista culturale su cinque scegliesse esperienze subacquee, l’impatto sul PIL potrebbe superare 1,6 miliardi di euro, con 340 milioni solo nel Mezzogiorno. Il turismo archeologico subacqueo attiva così una filiera ampia che coinvolge artigianato, ristorazione, servizi culturali, mobilità sostenibile e ricerca scientifica, contribuendo alla destagionalizzazione e alla creazione di occupazione qualificata nelle aree costiere.

Il rapporto SRM individua tre leve rilevante nella crescita del settore: sostenibilità ambientale, innovazione digitale e inclusione sociale. Un turismo che rispetta e valorizza l’ecosistema marino, che integra tecnologia e cultura, e che coinvolge le comunità locali nella gestione e nella promozione dei beni sommersi.

In conclusione, dal rapporto emerge la necessità di affrontare una sfida importante: creare un ecosistema del mare che valorizzi il patrimonio sommerso, promuova reti integrate tra parchi sommersi, musei del mare e aree protette, anche a livello internazionale, e generi valore economico e sociale duraturo. Occorre inoltre sostenere gli investimenti in digitalizzazione e tecnologie immersive – realtà aumentata, realtà virtuale e ricostruzioni 3D – per ampliare la fruizione anche ai non subacquei, rendendo l’esperienza accessibile, sicura e inclusiva. Fondamentale è anche la promozione di percorsi formativi e professionali dedicati, che rafforzino le competenze di archeologi, operatori diving e guide culturali in chiave sostenibile. Le politiche di sostegno economico e fiscale – dai fondi PNRR al Fondo Nazionale del Turismo, fino agli incentivi del “Fondo Turismo Sostenibile” e al Tourism Digital Hub – devono orientarsi alla creazione di un vero ecosistema del turismo subacqueo archeologico, capace di coniugare crescita economica, valorizzazione del patrimonio e benessere delle comunità costiere.

“Il turismo archeologico subacqueo racchiude la sintesi tra cultura, ambiente e innovazione. È un settore che non solo tutela un patrimonio unico al mondo, ma genera valore economico e coesione territoriale. La crescente presenza dei viaggiatori senior dimostra inoltre che questo modello è anche un ponte tra generazioni: un turismo esperienziale, maturo e responsabile, capace di coniugare la scoperta del mare con la valorizzazione del tempo e dell’età. Per il Mezzogiorno, in particolare, può rappresentare una straordinaria leva di sviluppo sostenibile, di inclusione e di attrattività internazionale”, afferma Salvio Capasso, responsabile Servizio Imprese e Territorio SRM.

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Cultura e Archeologia per un turismo sostenibile di qualità. Turismo archeologico subacqueo, il mare come laboratorio di sostenibilità e innovazione

Il sesto numero della collana "Cultura e Archeologia per un turismo sostenibile di qualità" pone il mare al centro di una nuova visione del turismo culturale, capace di unire ricerca, sostenibilità e inclusione. Il lavoro esplora il potenziale del patrimonio sommerso italiano come risorsa strategica per lo sviluppo territoriale e la valorizzazione delle comunità costiere. Con oltre 1.200 relitti e siti archeologici subacquei, 29 aree marine protette, due parchi sommersi e il Santuario dei Cetacei, l’Italia si conferma leader mediterraneo in un segmento turistico di crescente interesse internazionale.

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