L’attuale assetto della governance portuale, sebbene abbia subito numerose modifiche, alcune delle quali anche molto recenti, non differisce nella sostanza da quello disegnato con la riforma del 1994. La revisione più importante è quella implementata a valle del Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica del 2015, in cui è stata effettuata una analisi dei fabbisogni del sistema, definendo dunque obiettivi ed anche misure da implementare.
Le misure attuative messe in campo hanno risposto ad alcuni fabbisogni e contribuito a centrare alcuni obiettivi, ma restano tuttavia alcuni fabbisogni individuati già da allora, cui non è stata data risposta o che comunque non sono stati pienamente soddisfatti.
Nel frattempo, sono intervenuti cambiamenti drastici nella società e nelle economie globali, con impatti molto rilevanti sui sistemi logistici e portuali, per cui ulteriori e nuovi fabbisogni sono emersi. Da questo punto di vista l’approvazione del Piano del mare per il triennio 2023-2025 avvenuta il 31/07/2023 da parte del Comitato Interministeriale per le politiche del Mare, in seno alla presidenza del Consiglio dei Ministri, ha fornito un importante aggiornamento degli indirizzi strategici per lo sviluppo della portualità.
Una revisione della governance è necessaria. Indipendentemente dalla entità e dalla tipologia di intervento, l’assetto attuale rischia di andare in crisi se non si interviene sulla struttura di costi e ricavi delle Autorità di Sistema. Ma per quanto necessaria, la riforma della governance presenta dei fabbisogni che devono contemperare un certo equilibrio tra Stato centrale e comunità locali e, dato anche il particolare momento storico, non possono ragionevolmente prevedere evoluzioni dell’assetto proprietario verso la privatizzazione. In termini più generali più che il modello di governance, ciò che pare sia messo in discussione è più riferibile all’effettivo funzionamento. In altri termini i fabbisogni individuati non sembra che debbano necessariamente essere perseguiti tramite lo stravolgimento del modello di governance, piuttosto che intervenendo solo sul funzionamento dei vari organi di governo e con piccoli spostamenti di competenze.
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