I “Quaderni di Economia Sociale” giungono alla ventesima edizione. In questo percorso temporale SRM, attraverso la scrittura di numerosi e validi operatori e ricercatori del Terzo Settore e delle Scienze Sociali, ha condiviso con i lettori riflessioni ed esperienze utili a comprendere le varie sfaccettature delle trasformazioni che la nostra società vive, il ruolo degli attori che vi operano e i riflessi sociali ed economici che ne derivano.
Questo numero inquadra due macro temi.
Un primo approfondimento riguarda il tema della rivalutazione del Terzo Settore nell’ambito delle attuali trasformazioni che il nostro Paese sta vivendo, in relazione anche a quanto previsto nel PNRR. Le difficoltà socio-economiche stanno riportando al centro dell’attenzione i temi del welfare, della social market economy, della solidarietà. Ciò porta ad una maggiore valorizzazione del mondo del Non Profit che si caratterizza per i linkages a monte e a valle che esso è in grado di stabilire con i settori più tradizionali del mondo economico e con lo stesso soggetto pubblico.
Se in Europa già è in corso un ripensamento in un’ottica sociale delle politiche di sviluppo dell’UE in Italia si appura, negli ultimi anni, un maggior consolidamento del ruolo e del valore dell’economia sociale ma si può fare di più. Non mancano quindi elementi, anche nel PNRR, che lasciano trasparire un’accezione ancora marginalista del Terzo Settore, evidenziando differenze rispetto a quanto si verifica in altri Paesi europei.
Un secondo approfondimento interessa il tema del lavoro, le sue trasformazioni e la sua valorizzazione, soprattutto in riferimento ai giovani, focalizzandosi su alcuni aspetti specifici come il tema della dispersione scolastica, la rilevanza della collaborazione tra Terzo Settore, Università, Associazioni di imprese ed ai profondi e rapidi cambiamenti dovuti al progresso tecnologico nel segno della intelligenza artificiale. Alla base c’è l’esigenza primaria di riannodare la triade innovazione/lavoro/persona, in quanto il lavoro non tocca solo la dimensione, per quanto importante, dell’avere, ma anche quella dell’essere del lavoratore. Emerge quanto sia importante il ruolo di diverse Istituzioni (Stato, Autorità indipendenti, Istituzioni educative e formative) per poterci incamminare, in futuro, verso un neoumanesimo digitale ed un modello di capitalismo dal volto umano.
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